Noi genitori siamo fatti così. Quando andiamo a vedere nostro figlio che fa sport non
riusciamo a non cadere nella tentazione di fare dei confronti. È come se volessimo
sottoporre nostro figlio - forse anche noi stessi - ad un piccolo esame di comparazione.
È come se volessimo scoprire se nostro figlio è migliore degli altri e quindi indirettamente
avere delle conferme su quale sia stata la nostra performance da genitore. Se per caso
ci sembra peggiore degli altri finiamo in una piccola crisi depressiva da bocciatura in
quanto genitori di un figlio di serie B.
"Mio figlio è il più lento, mio figlio è l'unico che non ha capito l'esercizio, è il più gracilino,
è il più grasso, sembra addormentato, non sta mai fermo, possibile che non sappia
correggersi? Ma non sente l'allenatore?"... e così via.
Il consiglio che vorrei dare loro è di cambiare modo di guardare una lezione. Il dato che
un genitore deve ricercare riguarda esclusivamente i progressi che suo figlio fa rispetto a
se stesso. E gli argomenti sui quali può soffermarsi sono molteplici.
Una lezione di Rugbytots - per esempio - offre una vasta gamma di esperienze:
IL RAPPORTO CON IL COACH: che in certi casi è uno dei primi adulti significativi non
legato al bimbo da un rapporto affettivo, che rappresenta l'autorità, il modello cui tendere
per la nuova attività che stanno imparando, il maestro, l'educatore, l'inventore di giochi, il
nuovo amico grande;
IL RAPPORTO CON GLI ALTRI BIMBI: a 3/4 anni i bimbi sono individualisti e la proposta
di giochi da fare insieme, magari condividendo un pallone solo può essere davvero una
novità. Poi ci sono quelli più veloci, quelli più bravi, quelli più rumorosi, quelli più pesanti,
quelli più simpatici, ... insomma, ci sono gli altri e con gli altri bisogna fare i conti;
IL RAPPORTO CON LO SPAZIO: c'è un terreno di gioco, ci sono delle regole che
limitano lo spazio, ma ci sono anche degli spazi da scoprire nei quali scappare e correre
a far meta;
IL RAPPORTO CON LE REGOLE: che limitano la libertà e obbligano a incanalare le
energie in un determinato modo, imponendoci controllo e sottoponendoci ad un controllo
IL RAPPORTO CON IL CORPO: ogni richiesta dell'allenatore mette il bimbo nella
condizione di provare a fare gesti che fino a quel momento non ha mai fatto, a muovere
muscoli che non ha mai mosso, a scoprire caratteristiche di sé che non ha mai
conosciuto, sviluppando così la consapevolezza di sé;
IL RAPPORTO CON LA PALLA: e più genericamente con un attrezzo con il quale ci si
deve rapportare, perché rimbalza, rotola, sfugge, va afferrata, va calciata, va presa al
volo;
IL RAPPORTO COL TERRENO: che sorregge quando si corre, che è duro quando si
cade, che può essere scivoloso, asciutto, ruvido, irregolare;
IL RAPPORTO CON IL CONTATTO: in certi casi desiderato, in certi casi temuto, in certi
casi semplicemente sconosciuto; è la scoperta dell'aggressività che lo sport vuole
insegnare a controllare imbrigliandola dentro a regole che ne garantiscano la piena
manifestazione in piena sicurezza;
Ecco, come si vive una lezione Rugbytots: un genitore che partecipa ad una lezione di Rugbytots dovrebbe concentrare la
sua attenzione sui progressi che il proprio bambino fa per ciascuno di questi ambiti di
crescita da una lezione all'altra, da una stagione all'altra.
Ciascun bambino che fa Rugbytots impara qualcosa di se stesso lezione dopo lezione e
ciascun genitore ha l'occasione di imparare qualcosa del proprio bambino lezione dopo
lezione.
Prestare troppa attenzione agli altri è una perdita di tempo. Per gli altri bimbi ci saranno
gli occhi dei loro genitori.
Federico Ghiglione*
*Manager di Rugbytots Genova e autore del libro: "I Papà Spiegati alle Mamme” - Einaudi
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